Effetto Venezia
1. Isole e Isolati.
La complessità delle città rappresenta una sfida per qualsiasi tentativo di modellizzazione. Esistono dei tentativi di proporre analisi formali (Blanchard e Volchenkov, 2009). Qui ci interessa il punto d’incontro tra la struttura topologica di base e la rappresentazione cognitiva che potrebbe portare al miglioramento dei supporti di orientamento. Il nostro caso di studio è Venezia, dove una rete di canali si sovrappone a una rete di percorsi pedonali. La complessa rete spaziale di Venezia è molto difficile da conoscere a fondo e rappresentare, come scoprono molte persone non del luogo nel visitare la città; ripetute visite forniscono una maggiore sicurezza, migliorando sia la rappresentazione mentale sia la capacità nel procedere, ma rimane un senso di disorientamento. Le rappresentazioni grafiche della città (Guerra e Scarso, 1999), come le mappe, sono tipicamente difficili da decifrare, e molte sono talmente poco accurate da compromettere anche gli spostamenti pedonali. La forma irregolare della città, le sue dimensioni e le stradine tortuose che la attraversano contribuiscono sicuramente alla difficoltà. Da ultimo, ma non per importanza, un complesso sistema di numeri civici crea ulteriore confusione (Denis et al., 1999.)
Tuttavia, potrebbe darsi che la maggiore difficoltà sia connessa con le idiosincrasie geografiche di Venezia.
Gli ‘atomi’ spaziali o oggetti di base di Venezia sono le isole, ma queste non corrispondono agli ‘atomi’ spaziali o oggetti di base del pedone. L’ontologia di Venezia non è in linea con l’ontologia utilizzata dal pedone che la visita. Chiunque faccia un giro in gondola ha l’impressione di vedere una città diversa da quella che ha visto camminando.
In verità, escludendo la parte della città sulla terraferma, il ‘prototipo’ del centro di Venezia è un arcipelago composto da oltre cento entità simili ad isole. Le ‘vere’ isole vere e proprie, come Torcello o San Servolo, si trovano all’esterno dell’area centrale. Il centro di Venezia è un complesso serrato di simil-isole, ma solamente simil in quanto questa parte della città è collegata alla terraferma attraverso un ponte lungo quattro chilometri (Ponte della Libertà) che consente il traffico automobilistico e ferroviario, ed in quanto ognuna delle isole che la compongono è collegata alle altre isole da uno o più ponti.
In passato, i canali detenevano una posizione sociale differente (Howard and Quill, 2004). Erano i passaggi dell’aristocrazia e le minuscole strade sulla terra erano usate dai servitori. Ciò spiega perché le entrate maestose siano rivolte verso i canali mentre chi cammina riesce a stento a scoprire dove si trova un edificio. Attualmente i canali sono usati in prevalenza per il trasporto delle merci, per il trasporto pubblico e per i giri turistici in gondola. In passato il Canal Grande era l’equivalente dell’arteria principale; ora le persone passeggiano e si incontrano nelle stradine tra la stazione ferroviaria e Piazza San Marco. Ciò spiega in parte perché tradizionalmente sulle mappe di Venezia predominino le isole piuttosto che gli isolati: in passato i canali erano semplicemente più importanti.
Per il nostro progetto ci concentreremo sulle isole che compongono la parte centrale di Venezia. La toponomastica locale avalla la rappresentazione a isole; gli elementi edili di Venezia sono chiamati ‘isole’, come l’Isola di Rialto. In generale, c’è una gran varietà di dimensioni.
Una definizione rigorosa di isola porterebbe ad escludere delle porzioni di terra che, sebbene siano circondate da acqua e che quindi possano essere circumnavigate, sono collegate ad un’altra porzione di terra da un ponte. Tale definizione rigorosa escluderebbe quasi tutte le isole del centro di Venezia. Una definizione comunque più elastica, che riconosca la circumnavigazione come criterio essenziale, sembra essere più conforme alla categorizzazione del senso comune. Quale che sia la decisione finale riguardo il loro statuto ontologico, è piuttosto ovvio rappresentare un’isola come una porzione di terra che può essere circumnavigata, almeno con l’alta marea. I ponti non impediscono la circumnavigazione, a condizione che la barca utilizzata sia sufficientemente piccola. Questa rappresentazione della città riflette, tuttavia, il punto di vista del marinaio. E il punto di vista del pedone? Si potrebbe dire che i pedoni pensino in termini di isolati.
In una città ordinaria, un isolato è semplicemente una parte di terra intorno alla quale si può camminare, o (per coniare un neologismo) che può essere circumcamminata. Non ogni percorso praticabile intorno ad una porzione di terra definisce un isolato; gli isolati si definiscono in termini di aree minime chiuse che possono essere circumcamminate ma non attraversate. Una piazza (‘campo’ secondo la terminologia locale) può essere circumcamminata, ma può anche essere attraversata, perciò un cammino chiuso su una piazza non comprende un isolato. Tipicamente un isolato viene pensato in termini pietre angolari. Bisogna escludere alcuni casi limite di isolato, come quelli definiti da cammini intorno a una statua su un piedistallo, o intorno a un albero. Dopo aver scartato le eccezioni non significative, Venezia ha svariati isolati che si accordano con la definizione. Va notato alcuni isolati si estendono su più isole, alcuni sono compresi in isole, alcuni – non molti – coincidono con delle isole. Tuttavia, alcuni isolati sono anomali e idiosincratici di Venezia e di altre città d’acqua.
2. Alcuni casi salienti di isolati.
Con questa caratterizzazione degli isolati davanti agli occhi, proponiamo una prima e approssimativa classificazione delle entità geografiche di base di Venezia, imperniata sulle interazioni topologiche tra isole e isolati. I primi casi che incontreremo sono relativamente semplici.
2.1 Isolati che coincidono con le isole
‘Fondamenta’ è il termine locale per ‘banchine’ (riva, lungomare). Su un’isola totalmente circondata da fondamenta si può circumcamminare l’isola senza perdere di vista un marinaio che la sta circumnavigando (fig. 1). Curiosamente, si ritrova solo una configurazione del genere nel centro di Venezia, ed è anche imperfetta, poiché si divide ulteriormente in diversi isolati (Fondamenta dei Cereri a Dorsoduro.) In questa e nelle figure successive, le linee nere rappresentano i contorni delle isole e le linee grigie rappresentano i contorni degli isolati.
2.2 Isole che non hanno sponde
É come se questa fosse l’immagine negativa della categoria precedente. Alcune isole possono non avere affatto contorni praticabili (fig. 2). I ponti che le collegano, se ve ne sono, portano direttamente nel cuore dell’isola. I pedoni che camminano sull’isola non costeggiano mai l’acqua; non vedono mai un navigatore.
2.3 Isolati interni
Alcuni isolati non hanno collegamenti con l’acqua, sono totalmente interni ad un’isola (fig. 3).
Le isole prive di sponde possono tuttavia avere un isolato interno. Un caso quasi perfetto è fornito dall’isola su cui si trova il teatro della Fenice.
Ora, normalmente gli isolati si estendono su più isole.
2.4 Isolati che si estendono su più isole
(nessuna sponda coinvolta)
Per tornare al punto di partenza di una passeggiata (fig. 4), un pedone dovrebbe uscire dall’isola su cui si trova e ovviamente ritornare su di essa; ma non costeggerebbe mai l’acqua (la vedrebbe soltanto se arrivasse ad un ponte).
2.5 Isolati che si estendono su più isole
(sponda minima non coinvolta)
L’isolato si estende su due o più isole (fig. 5) e ad un certo punto il pedone costeggia l’acqua. Tuttavia, la sponda appartiene all’isola che si trova all’interno dell’isolato intorno al quale si sta girando. Chiamiamo ‘sponda minima’ una sponda sull’isola A che si collega solamente ad un percorso sull’isola B. Il tipo di isolato in questione non racchiude nessuna sponda minima.
2.6 Isolati che si estendono su più isole
(sponda minima coinvolta)
Questi esempi offrono un caso interessante. Come nel caso precedente, si attraversa un ponte per completare un isolato, ma immediatamente dopo si gira su una sponda. La sponda su cui si cammina è l’unica parte dell’isola su cui ci si trova che fa parte dell’ ‘isolato’ (fig. 6).
2.7 Isolati che si estendono su più isole
(solo sponda minima coinvolta)
Questo è chiaramente un caso di isolato degenere e tuttavia non banale. Si cammina su una sponda, si attraversa il canale su un primo ponte, si torna indietro sulla sponda opposta, si attraversa di nuovo il canale su un secondo ponte e si è al punto di partenza (fig. 7). L’ ‘isolato’ di cui si è fatto il giro contiene solo acqua! Fondamenta Venier e Bragadin a Dorsoduro ne forniscono un esempio.
Ci sono casi più complessi che producono ibridi a partire da questi esempi relativamente basilari. Molti esempi di caratteristiche ibride che coinvolgono la sponda minima si possono trovare nel quartiere Cannaregio, dove questo fatto rende possibile una certa economia nella costruzione; ogni casa ha una sponda sulla parte anteriore e un canale su quella posteriore (fig. 8).
Gli isolati a Venezia possono essere molto ampi. Il Canal Grande è attraversato solamente da quattro ponti. Se si attraversa il Canale sul ponte dell’Accademia, per tornare al punto di partenza facendo il percorso più breve bisogna arrivare al ponte di Rialto; si cammina su almeno 13 isole.
Al contrario, alcune isole molto grandi possono contenere molti isolati. Alcune isole contano 50 o più isolati interni e un numero di isolati di vario tipo che si estendono su più isole. L’analisi precedente indica che gli isolati, gli elementi di base della rappresentazione spaziale del pedone, hanno uno statuto diverso da quello delle isole. Il circumnavigare e il circumcamminare definiscono tipi differenti di oggetti. Le isole sono esempi paradigmatici di oggetti geografici. Sono porzioni di terra connesse, uniformi e massimali. Gli isolati, d’altro canto, possono essere disconnessi (poiché possono estendersi su più isole). C’è una sorta di preferenza per l’isola nella rappresentazione geografica mentale.
La preferenza per l’isola introduce aspetti non topologici nella rappresentazione geografica; in effetti, sul piano puramente topologico, c’è una dualità perfetta tra isole e isolati. La figura 9 rappresenta un modello idealizzato in cui ciascuna isola si estende per quattro isolati e, al contrario, ogni isolato si estende su quattro isole. Dal punto di vista funzionale i concetti di isola e isolato possono essere duali, ma certamente differiscono per gli aspetti non funzionali. In un certo senso le isole sono monocomposite, sono composte solo di terra ferma; gli isolati in genere sono pluricompositi, possono comprendere sia acqua sia terra. Quindi, la topologia e in generale le caratteristiche puramente spaziali non sono tutto ciò che conta nella rappresentazione geografica.
3. Una visualizzazione della complessità: due tipi di mappe.
Per visualizzare la complessità delle reti di isolati e isole che si sovrappongono, abbiamo innanzitutto rappresentato in forma digitale la cartina turistica del centro di Venezia e abbiamo cancellato tutte le informazioni non necessarie rispettivamente per la rappresentazione dell’isola (la mappa del marinaio) e per la rappresentazione dell’isolato (la mappa del pedone); il software utilizzato è Adobe Illustrator CS3. Abbiamo adottato due semplificazioni metodologiche: sono stati rimossi tutti i vicoli ciechi, sia per la rappresentazione del pedone sia per quella del marinaio; abbiamo supposto che Ponte della Libertà fosse rimosso, per non includere nel calcolo la terraferma.
Sulla base di queste supposizioni, vediamo i due estratti dell’area del Canal Grande, sia per la rappresentazione a isole sia per quella a isolati.
Nella figura 10 a possiamo vedere una mappa piuttosto riconoscibile del cuore di Venezia; i passaggi pedonali, ponti inclusi, non sono rappresentati. Su questa mappa sono visibili solo le isole. Nella figura 11 b possiamo vedere una mappa molto meno riconoscibile del cuore di Venezia. Non sono stati tracciati i corsi d’acqua. Su questa mappa sono visibili solo gli isolati.
Se si sovrappongono i due livelli, il risultato dell’interpolazione grafica è una rappresentazione in cui la sovrapposizione delle mappe del pedone e del navigatore genera una mappa utilizzabile di Venezia (figura 12 a); l’azzurro indica l’acqua, il grigio indica gli edifici, i vicoli ciechi, piazze chiuse e molti giardini privati nascosti, aree fabbricate come edifici o più in generale aree fabbricate non accessibili, il rosa indica aree praticabili e spazi aperti, e il bianco indica i ponti. Curiosamente, i ponti e le aree private o chiuse sono un sottoprodotto della sovrapposizione delle due mappe. Dopo aver fornito isole e isolati come elementi atomici, alcune entità sono rappresentate in modo molecolare, composto. L’acqua è il complemento delle isole e gli isolati sono i complementi degli spazi calpestabili, i ponti sono la sovrapposizione dei complementi degli isolati (ossia le aree calpestabili) e dei complementi delle isole (ossia l’acqua), e gli edifici sono la sovrapposizione delle isole e dei complementi degli isolati (ossia gli spazi non calpestabili). Basandoci su questi principi di costruzione abbiamo realizzato tre mappe su larga scala del centro di Venezia.
Nella mappa della figura 10 b rappresentiamo solo le isole. Nella mappa della figura 11 b solo gli isolati. Nella figura 12 b la mappa degli isolati è sovrapposta a quella delle isole. La forma che Venezia ha per il pedone è mostrata integralmente nella mappa della figura 11 b. Questa mappa mostra differenze notevoli rispetto alla mappa delle isole, al punto da rendere difficile riconoscere molti aspetti familiari della città.
Alcune difficoltà concettuali nel disegnare le mappe basandosi sulla categorizzazione proposta si sono dimostrate piuttosto interessanti e vengono elencate di seguito.
Primo, le isole e gli isolati hanno un’evoluzione nel tempo. Con la marginalizzazione di Venezia sulla scena economica, nel corso del XIX secolo i canali hanno perso la loro importanza; alcuni di essi sono stati riempiti di terra e pavimentati, diventando così strade o passaggi. Una memoria di questo processo si trova in alcuni nomi di strade preceduti da ‘Rio térà…’ (canale interrato). Inoltre, sono state aggiunte alcune isole e nel 2008 è stato aperto il ‘quarto ponte’ all’inizio del Canal Grande. Questi fatti introducono elementi dinamici nella configurazione di isole e isolati.
Secondo, le mappe originali che abbiamo usato come punto di partenza non erano del tutto accurate. Abbiamo usato due cartine turistiche standard per avere le informazioni; alcune parti di queste mappe erano confuse e contenevano incongruenze, quindi siamo dovuti andare sul posto per raccogliere informazioni e, nel frattempo, abbiamo scoperto che nelle cartine molti luoghi sono rappresentati in maniera non corretta. In particolare, l’area dietro la stazione generalmente viene disegnata in modo approssimativo. Quest’area è stata costruita recentemente ed è come un labirinto – ci sono molti ‘sottoportego’ (passaggi coperti) che creano una serie di isolati molto piccoli. La nostra mappa finale include ancora molte aree che non sono rappresentate in modo accurato, laddove la rappresentazione si è basata solo sulle mappe che abbiamo potuto utilizzare. Poiché il nostro obiettivo era mostrare Venezia dal punto di vista del pedone e non realizzare una nuova mappa accurata di Venezia, non siamo andati oltre nella correzione di questo tipo di informazioni.
Terzo, la divisione dello spazio tra pubblico e privato è una questione complessa. A Venezia, più che in altre città, ci sono molti spazi semi-pubblici. Possiamo considerare i vicoli ciechi e le piazze chiuse come spazi semi-pubblici; quando i pedoni entrano in questi tipi di strade/piazze, hanno la sensazione di accedere ad aree private. In generale, i vicoli ciechi sono stati eliminati dalla nostra rappresentazione a isolati.
Quarto, le strade riservate alle automobili (e Venezia ne ha alcune!) possono essere considerate come elementi che definiscono gli isolati? Questa domanda diventa cruciale nelle città con automobili. Le strade principali sono qualcosa di analogo ai canali perché i pedoni non possono attraversarle; inoltre dividono le città in modo assai notevole. Può darsi che i pedoni possano avvertire una struttura simile a quella di Venezia in città che per il resto sono molto diverse da Venezia.
Quinto, non è chiaro se l’area dei ‘Giardini della Biennale’ debba essere considerata come un isolato. In estate è un isolato (è circondata da una recinzione), ma per il resto dell’anno è aperta e la si può attraversare; d’altro canto ci si trova sempre in difficoltà quando si ha a che fare con la topologia di una recinzione che non è completamente chiusa. In molti casi, essa separa due luoghi accessibili pubblicamente. La recinzione potrebbe essere considerata come una sorta di isolato degenere composto soltanto da una linea (una linea intorno alla quale si può camminare). Nell’interesse di questo progetto, consideriamo questo tipo di spazio come spazio aperto. Nel caso di una recinzione non accessibile pubblicamente dall’altro lato per il pedone, la consideriamo come parte di un isolato più grande. Ad esempio, sulle fondamenta sul lato ovest della Stazione Marittima, nell’area di Santa Marta, c’è una recinzione che impedisce ai pedoni di arrivare al bordo dell’acqua; rappresentiamo questa parte di fondamenta come un isolato e non come una sponda.
Sesto, data la loro complessità interna, le isole della Giudecca e di San Giorgio sono state incluse nella mappa. Altre isole meno complesse, come San Michele, San Servolo e San Lazzaro sono state escluse. Da notare che una volta l’anno o in occasioni speciali viene costruito un ponte galleggiante temporaneo che collega la Giudecca al centro.
4. Il conteggio di isole e isolati.
Le statistiche della nostra classificazione, prese dalla mappa, sono le seguenti. Proponiamo il conteggio delle isole e il conteggio degli isolati (fig. 13). Da notare che è possibile avere una categorizzazione mista sia tra le isole sia tra gli isolati, di conseguenza i numeri parziali non vanno a sommarsi nei totali. (Ad esempio, un’isola-isolato è contata come un isola e come un isolato).
Il mondo del pedone, in rapporto a quello del marinaio, è piuttosto complesso. È davvero sorprendente vedere quante siano le isole senza sponde: un quarto delle isole di Venezia è costituito da costruzioni attorno alle quali non si può camminare. Ugualmente sorprendente è il fatto che circa la metà degli isolati siano completamente interni, senza sponde, ossia senza accesso all’acqua.
5. Il mondo del pedone.
La rappresentazione a isolati può essere contestata a causa del suo alto livello di astrazione. Potrebbe rivelarsi non utilizzabile se lo scopo principale di una mappa è quello di fornire uno strumento per orientarsi nel territorio rappresentato. Poiché nella mappa le isole non sono presenti, è difficile orientarsi. Si dovrebbero usare strategie indirette, come il contare il numero di svolte che si fanno. Tuttavia, la rappresentazione a isolati non ha bisogno di competere sotto ogni aspetto con la rappresentazione a isolati-più-isole. In particolare, dalla rappresentazione a isolati è possibile trarre un numero di inferenze interessanti riguardo la camminbilità o l’accessibilità che sarebbero difficili da ottenere da una mappa isolati-più-isole.
– Si può, ad esempio, vedere immediatamente che c’è un ampio settore della città (la parte nord, l’area di Cannaregio) che è collegata al resto solo in un paio di punti.
– Si può vedere che è facile circolare all’interno di quell’area, ma sarà difficile spostarsi in altre aree. Inoltre, si può vedere subito che il percorso dai punti di accesso di Venezia (stazione ferroviaria e Ponte della Libertà) alle parti orientali della città non è lineare.
– I percorsi più brevi tra due punti sono immediatamente accessibili
– Le zone ‘embargo’ sono immediatamente visibili e si può notare che generalmente sono più larghe delle zone d’acqua. Ulteriori ricerche dovrebbero determinare l’utilizzabilità della rappresentazione a isolati in assenza della rappresentazione a isole. Si possono prevedere dei miglioramenti circoscritti, basati sulla classificazione proposta. Una rappresentazione a isolati leggermente migliorata potrebbe includere un’indicazione delle interfacce acqua/terra, come i ponti. Un’altra rappresentazione a isolati migliorata potrebbe specificare altre interfacce acqua/ terra, ossia quelle parti di percorsi che sono in realtà sponde. Un terzo tipo potrebbe indicare se le sponde sono minime o non minime. In nessuno di questi casi le isole sarebbero rappresentate completamente; comparirebbero sulla mappa solo quelle i cui contorni sono rilevanti per i pedoni. La mappa della figura 14 è un tentativo di rappresentare questa possibilità. Non stiamo suggerendo che in ogni circostanza la mappa a isolati o una qualsiasi di queste mappe migliorate debba essere un sostituto della mappa che combina la rappresentazione a isole e isolati. Il nostro progetto ha principalmente uno scopo di classificazione.
Abbiamo voluto studiare i possibili elementi di una rappresentazione spaziale di un ambiente che, nonostante la sua complessità, mostra una serie di vincoli, così come l’utilizzabilità di una mappa che prescinde da altri elementi più convenzionali.
Se gli effetti della ‘preferenza dell’isola’ vengono minimizzati, gli elementi di base della rappresentazione del pedone in un mondo in cui isole e isolati coesistono sono tutti topologici. Le dimensioni e la forma degli isolati non contano, ciò che conta è la struttura dei contatti tra i percorsi accessibili al pedone e quelli accessibili al marinaio.
La rappresentazione a isolati ha quindi due ragioni dalla sua. Una rappresentazione puramente a isole non è utilizzabile da un pedone.
E una rappresentazione isola-più-isolato è meno leggibile per vedere le connessioni tra i punti salienti della città.
(Tratto da/from: NB. I linguaggi della comunicazione, Foreste urbane, N.3, Anno IV, Logo Fausto Lupetti Editore, Milano 2012.)